Immagine
 
 
"
Chi controlla il passato controlla il futuro; chi controlla il presente controlla il passato

George Orwell
"
 
Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Manlio Castronuovo e Paolo Cucchiarelli

Anche Franco Alfano (all'epoca dei fatti giornalista di GBR, la TV romana che fu artefice delle uniche riprese sul luogo del ritrovamento del cadavere di Moro, commenta e, a suo modo, smentisce.

Il giornalista di GBR. Quando, il 9 maggio del 1978, gli artificieri aprirono gli sportelli della R4 parcheggiata in via Caetani e scoprirono il cadavere di Aldo Moro, erano 'circa le 14'. Lo afferma Franco Alfano, giornalista di GBR, che era lì, con il suo operatore. «Nonostante i trentacinque anni trascorsi dal quel giorno, ho chiarissimi i particolari, compresi gli orari, che hanno scandito quelle tragiche ore. Particolari ed orari supportati peraltro dalle immagini incontrovertibili del ritrovamento del corpo dello statista democristiano che abbiamo girato con il nostro operatore della GBR -dice-.
Prima l'attenta ricerca degli artificieri intorno alla Renault rossa di cui era stata segnalata la presenza con il corpo di Moron via Caetani dalla telefonata del brigatista Morucci al prof. Tritto. Quindi l'apertura degli sportelli laterali e poi del portellone posteriore dell'auto, sempre da parte degli artificieri». Prosegue: erano «presenti l'allora ministro dell'interno Cossiga, il suo capo di Gabinetto, numerosi funzionari della Polizia e ufficiali dei Carabinieri, uno degli antisabotatori sollevò delicatamente il lembo di una coperta che copriva il corpo di Moro. Solo allora si ebbe la certezza che si trattava del Presidente della DC. Erano circa le 14»


Ma questa sembra la notizia del secolo, non vi pare?

E chi ha mai dubitato che l'apertura di sportelli e portellone sia avvenuta attorno alle 14? Gli artificieri dicono un'altra cosa. Che a loro era stato richiesto l'intervento prima delle 11 del mattino e che Raso, poco dopo, aveva spostato la coperta (da dentro la macchina) e aveva trovato il corpo di Moro. E aveva informato Cossiga & C. che non sembrarono sorpresi.

Non facciamo rientrare i fatti nel gioco della "grande confusione deviante". Non bussiamo a coppe per rispondere a denari. Non giochiamo alle tre carte, non funziona. Noi abbiamo raccolto dei fatti e credo che se si vogliono criticare o smentire siano necessarie due condizioni, semplici semplici:

1) leggere l'inchiesta e magari approfondire
2) trovare dei dati oggettivi che smentiscano tre dichiarazioni convergenti (di persone che c'erano, intendo, non dichiarazioni alla >Macaluso<, per intenderci...)

Lei è un giornalista, Alfano. E' il suo mestiere. Legga, con calma. Non c'è fretta.
Articolo (p)Link Commenti Commenti(0)  Storico Storico  Stampa Stampa
 
Lo Stato alle 11 in via Caetani. Perché porsi solo
la più cretina delle domanda : <<perché ora? >>


Sembra il refrain di un successo dell’estate, il tormentone del ballo di San Pietro e Paolo…
<<Ma perché solo adesso, dopo 35 anni e dopo che sia Cossiga che Andreotti non possono più replicare?>>. Semplicemente perché due persone si sono chieste come mai il primo anti-sabotatore giunto in Via Caetani sosteneva in alcune interviste (anche Tv) di essere arrivato davanti alla R4 alle 11 quando la telefonata delle Br è delle 12.13.

Prima di dare una risposta, può essere utile sottolineare un paradosso dell’informazione italiana. Esce una notizia importante (al di la delle verifiche che poi la magistratura farà) e il dibattito su cosa si incentra?

Sulla credibilità della notizia? No
Sulle conseguenze che potrebbe avere su un problema aperto? Nemmeno.
Su ulteriori elementi che si possono agganciare alla notizia? Neppure.
E dove va a concentrarsi, invece? Sul perché è uscita la notizia solo adesso…

Siamo italiani, verrebbe da commentare.

E fa un certo effetto stamani alla rassegna stampa della terza rete radio sentire il Professor Sabbatucci, alfiere della schiera degli anti-dietriologi porsi la più cretina delle osservazioni: perché ora?
Lo spieghiamo a lui e a tutti gli altri: perché nessuno è mai andato a parlare con gli anti-sabotatori che per primi arrivarono in Via Caetani. Perché nessuno li ha interrogati. Perché - da uomini dello Stato - si aspettavano che fosse questo a porsi il problema delle stridenti contraddizioni orarie.
Entrambi gli artificieri ci hanno parlato negli stessi termini. Eravamo militari, eseguivamo gli ordini, non abbiamo mai fatto niente di male, siamo stati onesti e ligi nel nostro lavoro. Parentesi. E hanno rischiato di saltare in aria diverse volte per salvare altre vite. Chiusa parentesi. Non era loro compito andare dai giornalisti a parlare delle loro operazioni. Il problema se lo sarebbe dovuto porre qualcun altro.

Nello specifico.
Raso fino all’intervista non era nemmeno al corrente del fatto che la telefonata delle BR fosse delle 12.13. Lui era convinto che alla segreteria di Moro (in realtà ad un assistente universitario) avessero telefonato la mattina presto. Tanto è vero che in un' intervista a Barbara Landi (Corriere Del Mezzogiorno 15 ottobre 2012) Raso parla delle 11 come orario di arrivo della volante 23 e delle 11.30 come arrivo in via Caetani. E in un commento su http://booklauncher.it/blog/?p=115 Vito Raso scrive testualmente <<non ero a conoscenza che la mattina di buon ora c’era stata la telefonata delle BR alla segreteria di Moro dove annunciavano di avere lasciato la Renault/4 con il corpo senza vita di Moro>>. Queste cose Raso le ha dette anche in tv senza che nessuno gli chiedesse: scusi alle 11? Ma se le Br chiamano per segnalare della R4 alle 12.13 come faceva lei ad essere li a quell'ora?
Che fine hanno fatto i giornalisti il 16 ottobre del 2012? E ancora prima, nella primavera dello stesso anno, quando è uscito “La bomba umana”? Vito Raso, quando ha scritto il suo libro una volta andato in pensione, ha parlato di quella mattina ma dedicando poche pagine rispetto al racconto globale della sua vita. Semplicemente perché non sapeva.

Circhetta, invece, non si è mai posto il problema dell’orario perché di mestiere faceva altro e con grande professionalità (tra l’altro è stato il primo al mondo a disinnescare una lettera bomba perché nessuno aveva capito come funzionasse il congegno). E nel suo verbale non ha specificato nessun orario proprio perché per lui era una situazione di <<pubblico dominio>>. Al nostro primo incontro era molto stupito. Quando gli abbiamo detto che Raso ci aveva raccontato del suo intervento e del fatto che fosse il primo a essere andato sul luogo in quanto di turno, lui ha risposto: <<E’ vero, confermo>>. Poi gli abbiamo chiesto dell’orario. <<Lo ricordo perfettamente. Erano le 11>>. E ha aggiunto. <<Ma perché vi interessa tanto?>>. Abbiamo capito che non sapeva: <<Perché la telefonata di rivendicazione è arrivata alle 12.13…>>. E lui alzando le sopracciglia <<Allora c’è un problema>>. Quando poi gli abbiamo chiesto se aveva dei ricordi da aggiungere e ci ha accennato a dei fogli sui sedili che sembravano delle lettere (lui ne era convinto) forse neanche lui era consapevole di cosa stesse dicendo.

Raso e Circhetta per molti anni, in occasione delle indagini e dei vari processi, si aspettavano una chiamata da parte dei magistrati, se non altro per il fatto di essere stati testimoni diretti. Finché si sono rassegnati e non ci hanno pensato più. Se a pochi anni di distanza fossero stati ascoltati da qualcuno e avessero, con la stessa naturalità con cui lo hanno detto a noi, parlato dell’orario del loro intervento non sarebbe cambiato nulla rispetto alle modalità con cui hanno parlato adesso, a 35 anni dai fatti.
Perché quindi? Perché nessuno glielo ha chiesto!!!!

Come è nata e si è sviluppata l’inchiesta?
Nel 2008 Paolo Cucchiarelli intervistò l’On. Claudio Signorile con l’intento di chiedergli delle ultime 48 ore, perché già nel 2008 s’era intuito che uno dei problemi erano proprio gli ultimi due giorni. Perché Cossiga il 7 maggio dice all’On. Cazora (che gli porta una concreta possibilità di liberare Moro con un blitz) di farsi i fatti propri perché tanto <<martedì ce lo ridanno vivo?>>
Nel corso dell’intervista emerse questa novità interessante dell’orario, ma eravamo consapevoli che sarebbe stato difficile trovare dei riscontri. Questo fino al maggio 2012 quando, contattando Raso che aveva appena pubblicato il suo libro, emerse un altro tassello. E’ stato solo allora che ci siamo messi a cercare gli altri presenti quella mattina: abbiamo rintracciato Giovanni Circhetta e le foto di quella mattina per controllare se era vero che loro erano presenti sul luogo e se era vero che erano entrati nella R4 dalle porte laterali lasciando l'apertura del portellone posteriore solo come <<ultimo atto>> davanti alla telecamera di Gbr.
E se persone che non si vedono dal 1986 (Raso lasciò il nucleo anti-sabotatori e nel ’92 Circhetta andò in pensione) confermano le stesse cose, ignari delle implicazioni, la cosa è da approfondire o no? Mettiamoci anche che abbiamo più volte risentito Claudio Signorile per chiedergli conferma (l’ultima il 4 maggio 2013) e che lui ha sempre ripetuto <<tra le 10 e le 11 si prende il caffè, alle 12 l’aperitivo” forse la faccenda acquista un significato in più?
Sia Raso sia Circhetta sono stati due servitori dello Stato ligi al proprio dovere che non sono mai stati in cerca di gloria. E non lo sono tutt’ora. E non vogliono nemmeno esserlo. L’uno si è trasferito da Roma e vive a Viareggio dove si è risposato, l’altro si alterna tra Roma e Poggiardo (paese di origine dove dice di ricaricarsi) e passano la vita tra amici, bar e famiglia.

Non facciamo rientrare i fatti nel gioco della <<grande confusione deviante>>. Non bussiamo a coppe per rispondere a denari. Non giochiamo alle tre carte, non funziona. Noi abbiamo raccolto dei fatti e crediamo che se si vogliono criticare o smentire siano necessarie due condizioni, semplici semplici:

1) leggere l'inchiesta e magari approfondire
2) trovare dei dati oggettivi che smentiscano tre dichiarazioni convergenti oltre alle foto di quella mattinata.

Il resto è fuffa da <<bar dello sport>> che lasciamo a chi direttamente o indirettamente teme di confrontarsi con la più destabilizzante delle domande: perché?

Paolo Cucchiarelli
Manlio Castronuovo
Articolo (p)Link Commenti Commenti(0)  Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Manlio  01/07/2013, in Approfondimenti (1819 letture)
Il Gen. Antonio Cornacchia ha rilasciato una dichiarazione di smentita della testimonianza di Raso e Circhetta sull'orario di arrivo e di intervento in via Caetani. Ma non deve essersi accorto di non aver smentino nè Raso né Circhetta.
Vediamo perché.

Lui dice di essere stato avvisato alle 13.20, che era in piazza Ippolito Nievo (poco distante) e che quando è giunto non c'era nessuno e che la macchina era chiusa. Ha chiamato gli artificieri che dopo essere giunti si sarebbero messi a lavorare sul cofano anteriore mentre lui armato di piede di porco aprì il portabagagli della R4 scoprendo il cadavere di Moro.
Inoltre afferma: "Se quelli erano già stati lì prima di me, non lo so. Ma quando sono arrivato io, la Renault era chiusa e non c’era ancora nessuno. Su questo non ci piove"

Eh, no Generale. Non ci pioverà, ma c'è neve abbondante.

Se lei ammette di essere arrivato almeno alle 13.30 e che la macchina era chiusa, come spiega questa foto? Si vede chiaramente lo sportello aperto, il sedile posteriore manipolato (come da racconto di Raso) e il portellone posteriore chiuso ed integro. Ingrandendo la foto si vede chiaramente che non c'è nessun segno di effrazione (la lamiera della Renault è particolarmente sottile e un piede di porco avrebbe lasciato bozzi e conseguenti fessure).

L'operatore GBR è giunto sul posto allle 13.40 e Franco Alfano ha scritto nel suo libro che al suo arrivo dovette farsi largo con fatica tra la folla finché riuscì a trovare un varco e superare i cordoni di sicurezza ai varchi di via Caetani.

Per cui  alle 13.30 non poteva non esserci nessuno sul posto.
Ma soprattutto lei non è in condizione di smentire Raso in quanto, sono sue parole, "se quelli erano già stati lì prima di me, non lo so".

Come fa a smentire una cosa che non ha visto? Ce lo spieghi, cortesemente, perchè come metodo investigativo ci pare molto interessante. Oserei dire, innovativo.
Articolo (p)Link Commenti Commenti(0)  Storico Storico  Stampa Stampa
 

La richiesta di precisazione inviata da Paolo Cucchiarelli al blog di Aldo Giannuli
 
Segnalo che l’inchiesta sui due anti sabotatori del caso Moro è - dal commento di Giannuli non lo si puo’ capire - di Paolo Cucchiarelli e di Manlio Castronuovo ed è stata pubblicata in contemporanea sul sito dell’Ansa, sulla rete dell’Ansa (in sintesi) e sul sito di Castronuovo www.vuotoaperdere.org.

Insieme abbiamo trovato i due anti sabotatori, trovato e parlato con altre persone intervenute quella mattina, realizzato il servizio fotografico a corredo e steso l’inchiesta.

Questo per semplice precisione.

Paolo Cucchiarelli
Articolo (p)Link Commenti Commenti(0)  Storico Storico  Stampa Stampa
 
Io credo che la novità vera sia questa. Ma non ho sentito nessuno che, nei tanti articoli, commenti e critiche, l'abbia colta. Salvo un attento e preparato giovane storico che risponde al nome di Giacomo Pacini, che ne ha colto una parte significativa.

Oggi abbiamo la certezza che lo Stato seppe della morte di Moro e della R4 molto prima delle 12.13.

I dati di fatto (non subordinabili a ragionamenti del perché solo ora, cui prodest, e via dicendo) sono molti: Signorile che parla di quell'orario a Cossiga vivo (2008) e che lo ribadisce nei contatti successivi, Raso che dice di essere stato prelevato prima di essere partito per raggiungere il suo superiore alle 11 orario in cui aveva appuntamento, Circhetta che conferma che al suo rientro Raso (che era di turno) non c'era ed era stato chiamato per un intervento al centro.


Last but not least, le foto che ci presentano una situazione molto diversa da quella che apparve agli occhi di tutti alle 13.30. Se poi ci mettiamo anche che Darida dice al TG2 di aver accompagnato Cossiga in via Caetani tra le 11 e le 12 (non certo le 14, orario ufficiale) io penso che si possa concludere che il problema c'è. E senza ombra di dubbio.

E pure grosso.

E che sia grosso ce lo confermano tre documenti secretatati che, con molta probabilità, parlano proprio di quello che successe quella mattina prima del ritrovamento del cadavere di Moro. Che senso avrebbe avuto, diversamente, secretare una mappa di via Caetani ed una lettera del I distretto di Polizia al Ministro che fu quello che intervenne quella mattina?

Ripartiamo da qui, per favore, se interessa andare a fondo. Non buttiamola in rissa, non parliamo di misteri ma evidenziamo un problema. Magari va a finire che quella mattina Signorile, Raso e Circhetta non si erano accorti che da un paio di mesi era in vigore l'ora legale, ma approfondiamo.

E lo dico, ovviamente, a chi può essere in grado di farlo. Altrimenti nelle prossime occasioni di giornate della memoria, non parliamo di sostegno dello Stato alla ricerca della verità. Soprattutto quando si presentano occasioni concrete di poterlo fare.

Articolo (p)Link Commenti Commenti(2)  Storico Storico  Stampa Stampa
 
E' una bella notizia che, evidentemente, consolida quello che nel post precedente avevo sottolineato essere il vero elemento di novità dell'inchiesta.

Ora l'augurio è che i magistrati possano raccogliere degli elementi a supporto delle dichiarazioni di Raso e Circhetta.

Questi i due lanci ANSA

ROMA, 03 LUG - La procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine relativo alle dichiarazioni di due artificieri che spostano alle 11 l'ora del ritrovamento della Renault 4 con il cadavere di Aldo Moro e la presenza dell'allora ministro degli Interni, Francesco Cossiga, in via Caetani. (ANSA). TB 03-LUG-13 17:15 NNNN 03-07-13 1716

(Ansa) MORO: ALTRO FASCICOLO PM, SU ORARIO RITROVAMENTO CORPO (2)

(ANSA) - ROMA, 3 LUG - La telefonata con cui le Br annunciarono l'uccisione dello statista era delle 12,30. Il fascicolo, affidato al pm Luca Palamara, e' connesso a quello aperto recentemente sulla base di un esposto di Ferdinando Imposimato in base al quale la morte dell'allora presidente della Dc poteva essere evitata. Il nuovo procedimento e' stato avviato d'ufficio ed ha preso spunto da notizie diffuse a proposito della versione dei due ex antisabotatori. Questi ultimi potrebbero essere convocati a breve a piazzale Clodio per essere sentiti come testimoni. La loro versione e' tuttavia smentita dal giornalista Franco Alfano, che all'epoca dei fatti, 35 anni, lavorava per GBR, e per primo arrivo' con il suo operatore in via Caetani. Secondo il giornalista la Renault fu aperta dagli artificieri alle 14. (ANSA). Y13-TB 03-LUG-13 17:23 NNNN 03-07-13 1724
Articolo (p)Link Commenti Commenti(0)  Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Manlio  04/07/2013, in Attualità (1699 letture)

Questo è un comunicato con cui Vito Raso spiega  meglio la sua decisione di chiudere la porta a discutere della sua testimonianza al di fuori delle sedi competenti. La scelta è stata dettata dal pessimo comportamento di alcuni rappresentanti della stampa che hanno causato anche dei seri problemi personali.

***************************

Ho raccontato la mia esperienza di anti-sabotatore in un libro per far capire anche agli altri cosa vuol dire uscire al mattino con l’obiettivo di salvare la vita di gente innocente. E, questo, negli anni ’70, quando i residui bellici inesplosi erano ancora numerosissimi e gli attentati politici riempivano le pagine dei giornali. Ho partecipato con attenzione al lavoro di approfondimento di Cucchiarelli e Castronuovo fornendo loro ogni informazione in mio possesso per trovare riscontri al fatto che il mio intervento di artificiere fu richiesto sicuramente prima delle 11 del mattino. Ho dedicato del tempo, fatto ricerche e sacrificato la mia famiglia come è già capitato in passato quando si trattava di questioni di lavoro importanti. Perché quando ho saputo che i conti degli orari non tornavano, ho pensato fosse giusto dare il mio contributo. In questi giorni ho sentito di tutto. Che ero stato pagato, e passi. Che ho mentito, e passi pure questo. Che l’ho fatto per smania di protagonismo. E va bene, ho le spalle larghe. Ma di fronte al comportamento disgustoso di alcuni giornalisti che hanno perseguitato me e la mia famiglia, con quell’arroganza e quella maleducazione dalle quali ho sempre mantenuto le distanze in tutta la mia vita. A queste condizioni, io non ci sto. Non esiste un personaggio Vito Raso, esiste ciò che ho detto. E’ scritto li, nero su bianco. Io sono stato un uomo dello stato e lo sarò fino a quando il signore mi darà vita. E non voglio fare di tutta l'erba un fascio perché, ne sono sicuro, anche nella categoria dei giornalisti ci sono persone capaci ed educate, come mi hanno dimostrato in questi giorni.

E’ per questo che intendo comunicare il mio silenzio stampa immediato non avendo altro da aggiungere rispetto a quanto fin qui scritto. Naturalmente resto a disposizione delle autorità competenti con le quali ho sempre collaborato nel mio lavoro e alle quali darò tutto il supporto che mi potrà essere richiesto. Nulla toglie che tornerà il sereno e potremmo ricominciare a parlarne con la massima serietà e serenità. Insomma chi ricorda quella poesia che dopo la tempesta torna il sereno e anche le galline fecero festa? Grazie comunque a tutti

Vito Raso
Articolo (p)Link Commenti Commenti(0)  Storico Storico  Stampa Stampa
 
E' da poco uscita su tutte le agenzia la notizia che tutti i capigruppo e una novantina di parlamentari hanno fatto richiesta di istituire una nuova Commissione d'Inchiesta sul caso Moro.

Parrebbe l'ennesimo atto burocratico, la classica perdita di tempo che nel tentativo di far luce su una vicenda così complessa inonda gionalisti, storici, magistrati di nuove acquisizioni che contribuiscono a sollevare il polverone.

E invece, parrebbe proprio di no.

Dalle parole del comunicato: "Nuove rivelazioni e dichiarazioni hanno riacceso i riflettori sul 'caso Moro'. Sembrano emergere rilevanti elementi di novita', che riguardano azioni ed omissioni. Ruotano sul sospetto, sempre piu' connotato da certezza, che la morte di Moro poteva essere evitata."

Ragion per cui, se questa Commissione si farà, e con tutti i capigruppo firmatari la cosa  appare quasi scontata, l'oggetto d'indagine sarebbe molto preciso e limitato nel tempo. Ciò che è, o non è, stato fatto per evitare la morte del Presidente della DC. E cioè verificare se ci siano state delle omissioni che hanno contribuito ad accelerare o addirittura a spingere i brigatisti ad assassinare Moro.

Non mi sembra una novità da poco perchè questa volta, a differenza delle altre, sotto i riflettori non ci saranno i brigatisti ma uomini dello Stato. Perchè è evidente che le azioni ed omissioni si riferiscano a chi avrebbe potuto (o dovuto) salvare Moro.

A questo punto la questione degli orari riveste importanza vitale perchè, come abbiamo sottolineato nell'inchiesta, non c'era motivo di nascondere alla nazione il ritrovamento del cadavere di Moro ben prima delle risultanze ufficiali. Se è stato rapito anche il cadavere di Moro, deve essere stato per un qualcosa di molto prossimo alla "ragion di Stato".

Manlio Castronuovo e Paolo Cucchiarelli


I testi delle agenzie.

MORO:PROPOSTA PER ISTITUIRE COMMISSIONE PARLAMENTARE D'INCHIESTA
(AGI) - Roma, 5 ago. - "Nonostante il trascorrere degli anni, permane un senso di colpa su quello che lo Stato poteva e doveva fare per la liberazione di Aldo Moro e che invece non ha fatto o non ha fatto completamente". E' una delle 'spinte' alla base della proposta di legge per l'istituzione di una Commissione Parlamentare d'inchiesta sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro, che ha come primi firmatari gli onorevoli Giuseppe Fioroni e Gero Grassi, e porta anche la firma dei capigruppo del PD Speranza, PDL Brunetta, SEL Migliore, Scelta Civica Dellai, Fratelli d 'Italia Meloni, Centro Democratico Pisicchio, del Vicecapogruppo della Lega Nord Pini, e poi di Bersani, Bindi, Fitto, Cesa, Tabacci, Cecconi e da altri novanta deputati in rappresentanza di tutti i gruppi.(AGI) red/Gim (Segue) 051227 AGO 13

MORO:PROPOSTA PER ISTITUIRE COMMISSIONE PARLAMENTARE D'INCHIESTA (2)
(AGI) - Roma, 5 ago. - "Il 16 marzo 1978, giorno del rapimento dell'on. Aldo Moro e dell'omicidio della scorta e il 9 maggio 1978, giorno del ritrovamento del cadavere di Moro in via Caetani, sono - affermano i promotori - date indelebili nella memoria degli italiani. A 35 anni di distanza il caso Moro e' ancora una pagina densa di misteri e di enigmi. Per accompagnare questa inesauribile sete di verita', per cercare di fare luce su aspetti inediti, emersi anche recentemente per iniziativa di alcune Procure ed infine per il dovere che come parlamentari sentiamo nei confronti della nostra storia e nei confronti delle generazioni future, chiediamo l 'istituzione di una commissione parlamentare d'inchiesta sul rapimento e la morte di Aldo Moro. Nuove rivelazioni e dichiarazioni hanno riacceso i riflettori sulcaso Moro. Sembrano emergere – proseguono Fioroni e Grassi - rilevanti elementi di novita', che riguardano azioni ed omissioni. Ruotano sul sospetto, sempre piu' connotato da certezza, che la morte di Moro poteva essere evitata. Impegnarsi per ricercare tutta la verita' e' uno dei migliori servizi che come deputati possiamo fare per il rafforzamento e la credibilita' delle nostre istituzioni. Ricercare tutta la verita' vuol dire continuare a rendere giustizia ad Aldo Moro, alla sua famiglia e a tutti coloro che credono e amano la democrazia e la liberta' e proprio per questo non temono la verita'". "Spiace purtroppo constatare che, fatti salvi alcuni importanti servizi radiotelevisivi e molti libri scritti sull'evento, ancora oggi - sottolineano - esiste una reticenza generale a discutere del Caso Moro , di cui si parla solo in occasione delle ricorrenze del 16 marzo e 9 maggio".(AGI) red/Gim

Moro: Fioroni-Grassi, istituire commissione inchiesta. Proposta firmata da 6 capigruppo e 90 deputati
(ANSA) - ROMA, 5 AGO - Istituire una commissione di inchiesta sul caso Moro, per chiarirne ''i misteri e gli enigmi''. L'iniziativa e' dei deputati del Pd Giuseppe Fioroni e Gero Grassi: la loro proposta di legge ha avuto un larghissimo sostegno: e' stata sottoscritta dai capigruppo del PD Speranza, PDL Brunetta, SEL Migliore, Scelta Civica Dellai, Fratelli d'Italia Meloni, Centro Democratico Pisicchio, dal vice capogruppo della Lega Nord Pini, da Bersani, Bindi, Fitto, Cesa, Tabacci, Cecconi e da altri novanta deputati. "A 35 anni di distanza - sostengono Fioroni e Grassi – il caso Moro e' ancora una pagina densa di misteri e di enigmi. Nuove rivelazioni e dichiarazioni hanno riacceso i riflettori sul 'caso Moro'. Sembrano emergere rilevanti elementi di novita', che riguardano azioni ed omissioni. Ruotano sul sospetto, sempre piu' connotato da certezza, che la morte di Moro poteva essere evitata. Impegnarsi per ricercare tutta la verita' - aggiungono -e' uno dei migliori servizi che come deputati possiamo fare per il rafforzamento e la credibilita' delle nostre istituzioni. Ricercare tutta la verita' vuol dire continuare a rendere giustizia ad Aldo Moro, alla sua famiglia e a tutti coloro che credono e amano la democrazia e la liberta' e proprio per questo non temono la verita'". "Spiace purtroppo constatare che, fatti salvi alcuni importanti servizi radiotelevisivi e molti libri scritti sull'evento, ancora oggi esiste una reticenza generale a discutere del 'Caso Moro', di cui si parla solo in occasione delle ricorrenze del 16 marzo e 9 maggio. Nonostante il trascorrere degli anni, permane un senso di colpa su quello che lo Stato poteva e doveva fare per la liberazione dello statista Dc e che invece non ha fatto o non ha fatto completamente", concludono.(ANSA). 05-AGO-13 12:27

MORO. COMMISSIONE INCHIESTA, TUTTI FIRMANO PDL GRASSI-FIORONI
(DIRE) Roma, 5 ago. - La proposta di legge: "Istituzione di una Commissione Parlamentare d'inchiesta sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro", primi firmatari gli onorevoli Giuseppe Fioroni e Gero Grassi, e' stata firmata dai capigruppo del Pd Speranza, Pdl Brunetta, SEL Migliore, Scelta Civica Dellai, Fratelli d 'Italia Meloni, Centro Democratico Pisicchio, dal Vicecapogruppo della Lega Nord Pini, da Bersani, Bindi, Fitto, Cesa, Tabacci, Cecconi e da altri novanta deputati in rappresentanza di tutti i gruppi. In una nota i due esponenti del Pd spiegano che "il 16 marzo 1978, giorno del rapimento di Aldo Moro e dell'omicidio della scorta e il 9 maggio 1978, giorno del ritrovamento del cadavere di Moro in via Caetani, sono date indelebili nella memoria degli italiani. A 35 anni di distanza il "caso Moro" e' ancora una pagina densa di misteri e di enigmi. Per accompagnare questa inesauribile sete di verita', per cercare di fare luce su aspetti inediti, emersi anche recentemente per iniziativa di alcune Procure ed infine per il dovere che come parlamentari sentiamo nei confronti della nostra storia e nei confronti delle generazioni future, chiediamo l 'istituzione di una commissione parlamentare d'inchiesta sul rapimento e la morte di Aldo Moro. Nuove rivelazioni e dichiarazioni hanno riacceso i riflettori sul 'caso Moro'". "Sembrano emergere rilevanti elementi di novita', che riguardano azioni ed omissioni. Ruotano sul sospetto, sempre piu' connotato da certezza, che la morte di Moro poteva essere evitata. Impegnarsi per ricercare tutta la verita'- aggiungono Gero Grassi e Beppe Fioroni- e' uno dei migliori servizi che come deputati possiamo fare per il rafforzamento e la credibilita' delle nostre istituzioni. Ricercare tutta la verita' vuol dire continuare a rendere giustizia ad Aldo Moro, alla sua famiglia e a tutti coloro che credono e amano la democrazia e la liberta' e proprio per questo non temono la verita'. Spiace purtroppo constatare che, fatti salvi alcuni importanti servizi radiotelevisivi e molti libri scritti sull'evento, ancora oggi esiste una reticenza generale a discutere del 'Caso Moro', di cui si parla solo in occasione delle ricorrenze del 16 marzo e 9 maggio. Nonostante il trascorrere degli anni, permane un senso di colpa su quello che lo Stato poteva e doveva fare per la liberazione dello statista Dc e che invece non ha fatto o non ha fatto completamente. La verita' sulla storia di un popolo ne rafforza l'identita' e lo proietta nel futuro saldamente ancorato alla liberta' e alla democrazia". (Rai/ Dire) 12:06 05-08-13

Articolo (p)Link Commenti Commenti(0)  Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Manlio  25/08/2013, in Attualità (2532 letture)
Ritorna alla ribalta la vicenda del rapimento di Roberto Peci, fratello del primo pentito delle BR Patrizio.

Questa volta a parlare è direttamente Giovanni Senzani, leader di quelle BR-PG che gestì l’operazione. In un’intervista su liberatv (>vedi< ) parla in maniera piuttosto esplicita delle motivazioni che portarono le BR a rapire ed uccidere il “fratellino” dei Peci:

"Non uccidemmo Peci per vendetta"
"Dell'esecuzione esiste solo un'immagine polaroid ed era finalizzata a far conoscere la conclusione del sequestro. C'è, precedente, il filmato dell'interrogatorio. Il resto è invenzione. Con le Br sono responsabile, e condannato, per quel sequestro e quell'esecuzione. Ma la nostra iniziativa non era ispirata alla vendetta, bensì alla volontà di far emergere i lati oscuri di una vicenda complessa legata all'arresto di Patrizio Peci, alla morte dei quattro compagni di via Fracchia a Genova, ai ruoli dalle persone coinvolte nella vicenda". 

Quando nel 2009 scrissi un >post< per ricordare come di quella vicenda non se ne conoscano ancora i risvolti reali, e lo feci dopo essermi informato da Giorgio Guidelli un giornalista serio che ha attinto informazioni dai protagonisti diretti, Roberta Peci (figlia di Roberto, nata dopo la morte del padre) mi insultò invitandomi a stare zitto ed informarmi meglio.

Adesso ne parla anche Senzani, che in 32 anni di questa vicenda non ne ha mai parlato neanche con se stesso. E di cosa parla? Di lati oscuri legati all’arresto di Patrizio Peci e la conseguente strage operata dai Carabinieri di Dalla Chiesa in via Fracchia.

Nei suoi documentari, Roberta Peci racconta di aver scritto a Senzani senza ricevere rispose alle sue lettere. In un video documentario “La via di mio padre” incontra Alberto Franceschini (che fu uno di quelli in carcere che si espresse per la morte di Roberto Peci ed il Partito Guerriglia guidato da Senzani altri non era che l’espressione della linea dei brigatisti detenuti, Franceschini e Curcio in primis) e gli chiede se può essere importante insistere nell’incontrare Senzani per parlare di ciò spinse le BR a compiere quell’atroce delitto (minuto 3.40 circa).
La risposta dell’ex brigatista suona più o meno così:
Sarebbe fondamentale se tu riuscissi a parlargli. Io temo che lui farà di tutto per non incontrarti, però tu devi fare di tutto per potergli parlare perché lui ti deve delle cose, ha un debito morale. Poi dica quello che deve dire, non è che uno voglia imporgli delle cose… Se ti devo dire la verità, non lo conosco ma la persona non mi sta simpatica per niente. Non è mai stato un personaggio molto rispettato o amato.”

A parte il solito show di Franceschini che continua a vedere tradimenti in tutti i leader brigatisti che vennero dopo di lui, l’invito è chiaro. Ha il dovere di dirti, ma non ti aspettare che dica cose imposte dalla verità ufficiale.

Oggi Senzani ha accennato qualcosa, senza che nessuno glielo imponesse. E non parla delle solite menate della versione ufficiale. Dalle sue parole si intuisce che c’è di più. Molto di più.

Non sono abituato alle dietrologie, ma in certi casi mi piace fare ipotesi di fantapolitica.
Ad esempio si potrebbe pensare che le BR di Senzani rapiscono Roberto per svelare cosa c’era dietro all’arresto di Patrizio (con conseguenti contropartite per tutti) e dare così un colpo letale alla legge sui pentiti che avrebbe creato molti danni (come fu) all’Organizzazione. Il rapimento era dimostrativo, era un modo per avvisare lo Stato che potevano far saltare un po’ di teste. Ma Roberto parla e le BR pensano di poter sfruttare fino in fondo la loro arma. A questo punto lo Stato si tira indietro e adotta la linea dura e alle BR non resta altro che ammazzare un prigioniero che se liberato avrebbe potuto determinare delle situazioni di instabilità. Ad essere maligni si potrebbe anche pensare che nell’accordo trovato con i servizi per la liberazione dell’allora assessore ai Lavori Pubblici della Campania Ciro Cirillo (24 luglio, con un riscatto miliardario intascato da Senzani) rientrasse la necessità di assicurarsi il silenzio sia delle BR che del loro “pericoloso” prigioniero.

Questa è sicuramente fantapolitica, ma ciò che tutt'ora sappiamo di questa orribile vicenda, non si può certo definire realtà.
Articolo (p)Link Commenti Commenti(0)  Storico Storico  Stampa Stampa
 

I deputati del PD Giuseppe Fioroni e Gero Grassi hanno scritto una lettera alla presidente della Camera, Laura Boldrini, per chiedere ''la liberalizzazione di tutti gli atti e i documenti relativi al rapimento e all'omicidio di Aldo Moro".

Fioroni e Grassi hanno recentemente promosso l'istituzione di una commissione d'inchiesta sul delitto del presidente della Dc alla luce dei nuovi elementi emersi da alcune inchieste giornalistiche, invitano inoltre la presidente Boldrini ad adoperarsi affinché il Ministero degli Interni renda consultabile la documentazione archiviata all'epoca dei fatti dall'allora servizio segreto civile, il Sisde, e conservata presso quella che l'ex presidente della Commissione Stragi, Giovanni Pellegrino, definì la ''segreteria speciale del Ministero degli Interni'' .

Nella lettera, un passaggio specifico, fa comprendere come si possa realmente mostrare la volontà di trovare la verità, con un gesto semplice e rapido. Senza attendere i lunghi tempi di una commissione parlamentare.
''In attesa che la Camera possa discutere la nostra proposta di legge ed avviare l'iter per l'avvio di una nuova Commissione d'inchiesta, chiediamo un'operazione di trasparenza - spiegano Grassi e Fioroni - per avviare un processo di conoscenza ed approfondimento in grado di determinare, noi auspichiamo quanto prima, la verità storica sul rapimento e sull'omicidio di Aldo Moro. Il raggiungimento della verità storica è un atto di giustizia nei confronti della famiglia Moro e di tutti gli italiani che credono nella libertà e nella democrazia''.

Sono 35 anni che in ogni anniversario ascoltiamo le solite parole. Un paio di anni fa il Presidente Napolitano si appellò addirittura a complicità internazionali. E forse la soluzione era in un archivio da egli stesso custodito quando era al Viminale...


Articolo (p)Link Commenti Commenti(0)  Storico Storico  Stampa Stampa
 
Pagine: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18

Vuoto a perdere
Se vuoi saperne di più sul libro, sui contenuti e altro materiale sul 'caso Moro'

 


Vuoto a perdere [Digital Edition]
Tutto un altro progetto

Titolo
Approfondimenti (11)
Articoli (2)
Attualita' (1)
Attualità (90)
Attualità (1)
Dal libro (1)
Eventi (7)
Giudiziario (5)
Interviste (21)
Libri (5)
Nuova Commissione Moro (6)
Pensieri liberi (12)
Politica (2)
Presentazioni (1)
Recensioni (1)
Storia (9)

Catalogati per mese:
Settembre 2007
Ottobre 2007
Novembre 2007
Dicembre 2007
Gennaio 2008
Febbraio 2008
Marzo 2008
Aprile 2008
Maggio 2008
Giugno 2008
Luglio 2008
Agosto 2008
Settembre 2008
Ottobre 2008
Novembre 2008
Dicembre 2008
Gennaio 2009
Febbraio 2009
Marzo 2009
Aprile 2009
Maggio 2009
Giugno 2009
Luglio 2009
Agosto 2009
Settembre 2009
Ottobre 2009
Novembre 2009
Dicembre 2009
Gennaio 2010
Febbraio 2010
Marzo 2010
Aprile 2010
Maggio 2010
Giugno 2010
Luglio 2010
Agosto 2010
Settembre 2010
Ottobre 2010
Novembre 2010
Dicembre 2010
Gennaio 2011
Febbraio 2011
Marzo 2011
Aprile 2011
Maggio 2011
Giugno 2011
Luglio 2011
Agosto 2011
Settembre 2011
Ottobre 2011
Novembre 2011
Dicembre 2011
Gennaio 2012
Febbraio 2012
Marzo 2012
Aprile 2012
Maggio 2012
Giugno 2012
Luglio 2012
Agosto 2012
Settembre 2012
Ottobre 2012
Novembre 2012
Dicembre 2012
Gennaio 2013
Febbraio 2013
Marzo 2013
Aprile 2013
Maggio 2013
Giugno 2013
Luglio 2013
Agosto 2013
Settembre 2013
Ottobre 2013
Novembre 2013
Dicembre 2013
Gennaio 2014
Febbraio 2014
Marzo 2014
Aprile 2014
Maggio 2014
Giugno 2014
Luglio 2014
Agosto 2014
Settembre 2014
Ottobre 2014
Novembre 2014
Dicembre 2014
Gennaio 2015
Febbraio 2015
Marzo 2015
Aprile 2015
Maggio 2015
Giugno 2015
Luglio 2015
Agosto 2015
Settembre 2015
Ottobre 2015
Novembre 2015
Dicembre 2015
Gennaio 2016
Febbraio 2016
Marzo 2016
Aprile 2016
Maggio 2016
Giugno 2016
Luglio 2016
Agosto 2016
Settembre 2016
Ottobre 2016
Novembre 2016
Dicembre 2016
Gennaio 2017
Febbraio 2017
Marzo 2017
Aprile 2017
Maggio 2017
Giugno 2017
Luglio 2017
Agosto 2017
Settembre 2017
Ottobre 2017
Novembre 2017
Dicembre 2017
Gennaio 2018
Febbraio 2018
Marzo 2018
Aprile 2018
Maggio 2018
Giugno 2018
Luglio 2018
Agosto 2018
Settembre 2018
Ottobre 2018
Novembre 2018
Dicembre 2018
Gennaio 2019
Febbraio 2019
Marzo 2019
Aprile 2019
Maggio 2019
Giugno 2019
Luglio 2019
Agosto 2019
Settembre 2019
Ottobre 2019
Novembre 2019
Dicembre 2019
Gennaio 2020
Febbraio 2020
Marzo 2020
Aprile 2020
Maggio 2020
Giugno 2020
Luglio 2020
Agosto 2020
Settembre 2020
Ottobre 2020
Novembre 2020
Dicembre 2020
Gennaio 2021
Febbraio 2021
Marzo 2021
Aprile 2021
Maggio 2021
Giugno 2021
Luglio 2021
Agosto 2021
Settembre 2021
Ottobre 2021
Novembre 2021
Dicembre 2021
Gennaio 2022
Febbraio 2022
Marzo 2022
Aprile 2022
Maggio 2022
Giugno 2022
Luglio 2022
Agosto 2022
Settembre 2022
Ottobre 2022
Novembre 2022
Dicembre 2022
Gennaio 2023
Febbraio 2023
Marzo 2023
Aprile 2023
Maggio 2023
Giugno 2023
Luglio 2023
Agosto 2023
Settembre 2023
Ottobre 2023
Novembre 2023
Dicembre 2023
Gennaio 2024
Febbraio 2024
Marzo 2024
Aprile 2024

Gli interventi più cliccati

Ultimi commenti:
C'è una sorta di sortilegio, una sorta d...
21/12/2019 @ 23:40:50
Di Pereira
C'è una sorta di sortilegio, una sorta d...
21/12/2019 @ 23:38:56
Di Pereira
Domenico, credo di aver risposto ai tuoi...
17/07/2018 @ 10:27:14
Di Manlio2


Cerca per parola chiave
 

< aprile 2024 >
L
M
M
G
V
S
D
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
         
             

Titolo
Chiudere gli 'anni di piombo'?

 Sono già chiusi
 Non possono essere chiusi
 E' necessario chiudere
 Non so

Titolo
Al momento ... vuoto


Titolo
Conosci un sito nel quale si parla di anni '70, di lotta armata attraverso un dibattito aperto e democratico? Segnalalo. Sarò lieto di linkarlo tra i siti amici.