Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 10/03/2010
 … e la cucina italiana a base di pesce fresco è una prelibatezza con cui vale la pena deliziare il palato, almeno una volta nella vita. Deve essere per questo che, ultimamente, un gran flusso di turisti affolla le spiagge di Managua e ne frequenta i ristoranti italiani che tra le proprie specialità offrono del buon pesce a meno di 25$ a testa. Dopo la > simpatica proposta< del consigliere provinciale dell’UdC di Terni (che francamente aveva fatto un po’ ridere) qualcuno deve essersi incuriosito e ha deciso di prendersi una pausa dallo stress delle nostre metropoli per fare visita ad Alessio Casimirri, uno dei latitanti più famosi d’Italia (naturalmente famoso tra i pochi che si occupano di “anni di piombo”, per la maggior parte degli italiani il classico “Casimirri chi?”). Ed evidentemente oltre a gustare del buon pesce, i giornalisti Colombari e Zanotti (non certo tra le firme più note della categoria, non me ne vogliano) devono aver trovato il compagno “Camillo” di ottimo umore, visto che è stato in vena di > raccontare< alcuni frammenti di vita, sua e di suo padre. Davvero strano, mi verrebbe da dire. Casimirri ha molta nostalgia dell’Italia ma questo non gli impedisce di essere diffidente nei confronti degli ex connazionali che lo vanno a trovare. Se poi si mostrano anche interessati al suo passato e, tra un branzino ed un cefalo, infilano nella discussione due parole come “caso Moro”, il sub che fino a poco prima aveva loquacemente descritto tecniche di pesca e mostrato con orgoglio le sue prede, cambia di colpo espressione e torna ad essere un riservato oste. Cosa mai avranno avuto in dote questi due bravi giornalisti per spingere un personaggio come Casimirri a non rifiutare il dialogo come accade nella totalità dei casi con turisti interessati più alla sua giovinezza che ai suoi prelibati piatti? Un particolare mi ha colpito. Casimirri parla di un libro di memorie al quale ha più volte pensato. Ma alla fine sarebbe più affascinato da un’opera cinematografica da Hollywood. Mi è venuto in mente che ha più volte minacciato, chi a tentato di andarlo a riprendere per portarlo in Italia, di pubblicare le sue memorie. Ed, evidentemente, la cosa deve aver spaventato non poco gli agenti nostrani. Ed allora perché ha parlato con due bravi ma, tutto sommato, non famosi giornalisti italiani? E perché ha alluso alle sue memorie manifestando il desiderio di un film sulla sua vita? E’ una cosa che mi chiedo da quando ho finito la lettura del pezzo e sinceramente non riesco a trovare una risposta, neppure una traccia. Se qualcosa bolle in pentola lo sapremo presto. Certo che in prossimità delle ricorrenze, strane manovre aleggiano sempre sul passato quando questo non può essere considerato chiuso.
 Sembra riservare molte sorprese questa apparentemente normale vicenda che per reato di ricliclaggio ha portato all’arresto dell’ex Senatore Di Girolamo e dell’imprenditore Gennaro Mokbel. Adesso un articolo del Corriere della Sera > leggi< rivela che la sorella Lucia (> vedi post precedente<) avrebbe sposato niente di meno che il figlio di Michele Finocchi, ex capo di Gabinetto del SISDE (fino al 1991) coinvolto nell’inchiesta sui fondi neri quando amministratore del servizio era Maurizio Broccoletti. Nel 1993, dopo una rapida e brillante carriera che lo portò alla direzione dei servizi civili del Viminale, si rese latitante. Un forte legame stringe quindi i Mokbel al servizio civile, oltre che alla banda della Magliana ed al terrorismo di estrema destra. Nello stesso articolo, basato sulle intercettazioni telefoniche che i ROS effettuarono nei confronti di Gennaro Mokbel durante le indagini, l’imprenditore si vantava di essere in procinto di ricevere un’elevata onorificenza massonica: il trentatreesimo grado della Loggia di Palazzo Giustiniani. Il Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia, Gustavo Raffi ha subito smentito la frequentazione di Gennaro Mokbel alla sua Loggia («Respingiamo con fermezza qualsiasi riferimento che colleghi Gennaro Mokbel alla massoneria di Palazzo Giustiniani: nel nostro tempio non c'è posto per gente del genere») Altro > scoop< degno di nota lo fa il settimanale A diretto da Maria Latella. Un ex compagno di scuola avrebbe definito Gennaro Mokbel un “ladro di merendine” che rubava la colazione ai cocchi di mamma per poi sfidarli ad andarsela a riprendere. Un bullo, una specie di ras del quartiere che una volta chiuse la professoressa sul balcone dopo averla legata a una sedia. Io dico che la storia non è finita e se si avrà il coraggio di andare avanti ne potremo vedere delle belle. Ma sino a quando si avrà il coraggio di osare?
Fotografie del 10/03/2010
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