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Adesso spunta un nuovo "pentito" su via Montalcini...
Di Manlio (del 20/11/2009 @ 17:07:18, in Giudiziario, linkato 3700 volte)
Sul numero in edicola oggi il settimanale L'Espresso ha pubblicato, un po' alla chetichella, per dire il vero, una notizia che appare molto importante.
Forse il poco spazio e l'essenzialità del trafiletto sono dovuti al fatto che c'è in atto un'inchiesta. Questa, ad ogni buon conto, è la notizia:

"La Procura di Roma di nuovo alle prese con il caso Moro. Un rapporto della Procura di Novara è arrivato nelle mani dei PM capitolini: raccoglie la testimonianza di un giovane militare di leva che fu inviato dopo il 23 aprile 1978 in un appartamento vicino al covo di via Montalcini con altri commilitoni. il militare, 30 anni dopo, ha deciso di raccontare la sua esperienza: gli dissero quel giorno che doveva dare una mano a controllare, ad esempio, i netturbini o i tecnici che installarono nei lampioni stradali telecamere puntate verso il covo prigione. Poi il giorno prima del 9 maggio (quando Moro venne ucciso) lui e i suoi colleghi furono prelevati e rimandati alle loro originarie destinazioni, con la minaccia di pesanti ritorsioni per chi non stava zitto."

Se i giudici romani hanno deciso di aprire un'inchiesta, del concreto ci sarà pure. Anche se i malpensanti staranno qui a dire che trattandosi della prigione cosiddetta "ufficiale" qualsiasi cosa può servire a consolidare
l'acquisito. E l'acquisito, in questo caso, è: i brigatisti hanno tenuto Moro per 55 giorni in via Montalcini ma qualcuno li ha individuati e ha preferito controllarli piuttosto che intervenire...

Riflettiamo su alcuni particolari, forse insignificanti, ma che non tralascerei del tutto.

Innanzitutto sembra singolare che per un'operazione così delicata siano stati utilizzati dei militari di leva che sia per la giovane età sia per un mancato addestramento specifico non avevano l'esperienza necessaria a gestire eventuali situazioni di emergenza.

In secondo luogo appare scontato oggi parlare di telecamere nascoste, microtelecamere, e via dicendo. Ma nel '78 la tecnologia, sebbene prevedesse già la disponiblità di telecamere di dimensioni ridotte non consentiva risoluzioni tali da poter sfruttare tali attrezzature per spiare un appartamento più di quanto non potesse già fare una macchina fotografica.

E visto che chi avrebbe spedito i commilitoni in via Montalcini aveva previsto che si appoggiassero ad un appartamento vicino al covo, mi chiedo perchè non sfruttarlo per far fare delle foto avvalendosi di personale dell'anti-terrorismo o comunque di professionisti.

Non lo so, ma questa cosa mi sembra davvero una "pezza a colori", come si suol dire. Sarebbe interessante sapere da quanto tempo gli inquirenti ci stanno lavorando su. Sarà sicuramente un caso ma questo nuovo "pentito" giunge a pochissima distanza da un altro pentito, stavolta vero, che ha parlato di via Gradoli come prigione di Moro.

Attendiamo fiduciosi gli sviluppi