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 Caso Moro, nuove verità in arrivo: secretiamole!
 Facendo tardi su tutto, giustizia (ovviamente) prima di ogni altra cosa, in 
Italia fioriscono indagini sui casi più vecchi e disparati. Riuscendo quasi mai 
ad arrivare a conclusioni certe, la cosa è normale. Così, dopo 37 anni siamo 
ancora ad indagare sul caso Moro, addirittura con una nuova, apposita 
commissione parlamentare di inchiesta. E dopo 37 anni cosa c’è di nuovo? Che 
l’arcivescovo Antonio Mennini, attuale nunzio apostolico del Regno Unito, come 
scrive il Fatto Quotidiano citando il Corriere della Sera, testimonierà sul caso 
lunedì 9 marzo proprio davanti alla nuova Commissione.  Certo, si “potrebbe fare luce sui giorni di prigionia dello statista 
democristiano rapito dalle Brigate rosse il 16 marzo 1978 e trovato morto il 9 
maggio, in via Caetani a Roma”. La decisione di far testimoniare Mennini, 
d’altra parte, è stata addirittura “presa da Papa Francesco che ha scelto di 
‘rompere’ le regole dell’immunità diplomatica di cui godono i nunzi a favore 
della ricerca della verità. Don Antonello sarebbe stato vicino a Moro durante il 
tempo della prigionia e lo avrebbe confessato, impartendogli l’estrema unzione, 
prima dell’uccisione da parte delle Br“.  Ecco, si capisce dunque perché la testimonianza di don Mennini potrebbe 
essere importante. Tutti lo sanno, tra coloro che dell’affaire si sono occupati. 
Anche perché ad aggiungere terrificanti dettagli ci ha pensato, prima di morire, 
un uomo che di cose importanti (e segrete) ne ha sempre sapute tante: l‘ex 
presidente della Repubblica Francesco Cossiga, all’epoca del rapimento Moro 
titolare della carica di ministro dell’Interno.“Don Antonello Mennini raggiunse 
Aldo Moro nel covo delle Brigate Rosse e noi non lo scoprimmo. Ci scappò don 
Mennini.”, ha raccontato Cossiga. Tanto che oggi è facile dire che il ruolo 
dello stesso Mennini “sarebbe stato proprio quello di ‘ponte’ fra le Br e la 
Santa Sede, con l’obiettivo di salvare il prigioniero”.  Avendo (pare) confessato Moro e dovendo deporre su ogni aspetto della 
vicenda, c’è da aspettarsi che don Mennini sia stato liberato dal Papa da ogni 
obbligo di segreto. Diversamente non si capisce il perché di questa deposizione. 
Quindi, le potrebbe raccontare tutte le cose successe in quei giorni drammatici. 
E gli italiani potrebbero finalmente conoscere aspetti importanti di quella 
storia. Potrebbero, appunto, perchè adesso il solito spettro si avanza. La 
commissione parlamentare d’inchiesta potrebbe (a sua volta) decidere di 
secretare la seduta. Con tanti saluti alla memoria di Aldo Moro e altrettanti ai 
diritti alla verita dei cittadini italiani.  Primo Di Nicola (7 marzo 2015, Il Fatto Quotidiano) 
       
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