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1.0 del 22/05/2013
Tipologia: Novità

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Raffaele Cutolo: "Se parlo crolla lo Stato" . Don Raffaè torna a parlare dopo un lungo silenzio
02/03/2015 - Crimeblog - Mario Lucio  
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Raffaele Cutolo: "Se parlo crolla lo Stato" . Don Raffaè torna a parlare dopo un lungo silenzio
 

"O' Professore", che ha ispirato anche il noto pezzo di Fabrizio De André Don Raffaè, è recluso in regime di 41bis nel carcere di Parma. Come nel suo stile, lancia accuse pesanti nei confronti della classe politica, che, a suo dire, è sempre stata collusa con la criminalità organizzata. A tale riguardo, senza troppi giri di parole, ha detto all'inviato del giornale: "Se parlo ballano le scrivanie di mezzo Parlamento".

Tale affermazione, gli viene fatto notare, sembrerebbe anacronistica, rivolta a dei politici che hanno fatto parte di stagioni passate della storia repubblicana. E invece Cutolo precisa subito: "Molti di quelli che stanno adesso (in Parlamento ndr) ce li hanno messi quelli di allora che venivano a pregarmi".

Secondo il condannato, nei suoi confronti ci sarebbe stato un accanimento giudiziario: "per dignità non mi sono mai venduto ai magistrati. Se la sono legata al dito e hanno buttato la chiave". Cutolo, infatti, dice di essere stato prima usato e poi "tumulato vivo". Eppure, avverte: "se parlo io crolla lo Stato".

Giunto all'età di 74 anni, Cutolo è una sorta di fantasma. Sono lontani i tempi delle interviste televisive che lo resero celebre all'opinione pubblica, in carcere può vedere solo la moglie Immacolata Iacone, la figlia Denise e l'avvocato Gaetano Aufiero. Le sue dichiarazioni a Repubblica sono state fatte filtrare proprio dalla sua consorte e dal suo legale.

E' tornato anche sulle vicende riguardanti Aldo Moro e Ciro Cirillo, che già in passato aveva usato in sede processuale come una minaccia: "Mi hanno usato e gonfiato il petto, da Cirillo a Moro che, a differenza del primo, hanno voluto morto e infatti mi ordinano di non intervenire". Ricordiamo che per quanto concerne l'ex Presidente della Provincia di Napoli, rapito dalle Brigate Rosse, Cutolo ebbe un ruolo attivo nel suo rilascio, anche se la vicenda non è mai stata chiarita in sede giudiziaria.

Sul caso Moro, invece, la questione è ancora più nebulosa. Cutolo ha sempre affermato di aver riferito alla magistratura, dopo "un'inchiesta" della Nuova Camorra Organizzata, il luogo della prigione del Presidente della Dc. Tali rivelazioni le avrebbe rilasciate durante i 55 giorni del sequestro in cambio di una sorta di salvacondotto dalla giustizia. Tuttavia, le sue esternazioni sarebbero state volutamente ignorate.

Sollecitato ad esprimersi sui politici che maggiormente apprezza, Cutolo ha ammesso di aver ammirato Giulio Andreotti, "testimoniai per lui al processo Pecorelli. Nemmeno un grazie". Ma ha rimarcato anche di rispettare Silvio Berlusconi, "l'ultimo che ho stimato".

Cutolo, infine, ha detto "di essersi pentito davanti a Dio, ma non davanti agli uomini". Lo Stato pensa sia ancora legato alla camorra, ma non è di certo più in grado di gestire una articolata rete di affari in regime di detenzione, come negli anni '70 e la prima parte degli '80. Allora riusciva a comandare un esercito di 7 mila affiliati nella guerra contro la Nuova Famiglia. Poi è arrivato il 41bis e si è ritrovato sempre più isolato.

Mario Lucio (2 marzo 2015, Crimeblog.it)

 

       

 

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