vuoto a perdere

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ISBN 9788867559756
Ultima versione
1.0 del 22/05/2013
Tipologia: Novità

Solo 3.99€!
 



Vuoto a perdere è il solito libro sul caso Moro?
Ascolta cosa ne pensa Giovanni Pellegrino
(Presidente della Commissione Stragi dal 1994 al 2001)


Documento inedito

 
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Giorgiana Masi, si cerca la pistola (1998)
23/04/2014 - Il Messaggero (1998) - M. Mart.  
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Giorgiana Masi, si cerca la pistola
L’arma del delitto potrebbe confermare che ad uccidere la ragazza fu l’autonomo Fabrizio Nanni
 

ROMA - Si chiamava Fabrizio Nanni e il 12 maggio ’77 aveva 22 anni. Potrebbe essere stato lui, quel giorno di guerriglia urbana al centro di Roma, ad esplodere il colpo di pistola che colpì e uccise Giorgiana Masi. E’ questa l’ultima ipotesi investigativa intorno alla quale stanno lavorando gli agenti della Digos e il sostituto procuratore di Roma, Giovanni Salvi. Fabrizio Nanni non potrà testimoniare: è morto il 7 gennaio ’79, per arresto cardiaco; quattro mesi prima si era sposato dopo un lungo fidanzamento. E quando morì, per piangere sulla tomba tornò a casa anche sua sorella Maria, detta Mara, brigatista rossa, che era entrata in clandestinità alcuni mesi prima. Mara Nanni sarà arrestata qualche mese dopo, a settembre ’79, insieme a Prospero Gallinari.

A suggerire, dopo 21 anni, la nuova pista investigativa, sarebbero state alcune testimonianze raccolte dalla Digos nell’ambiente dei vecchi aderenti ad Autonomia Operaia, dei quali sembra facesse parte anche Fabrizio Nanni. Gli investigatori stanno adesso cercando di individuare la pistola calibro 22 che colpì Giorgiana Masi. L’arma potrebbe essere già nell’Ufficio corpi di reato della Procura, insieme alle altre sequestrate negli ultimi anni; in particolare, magistrati e investigatori stanno aspettando di sapere se la pistola possa essere quella che, avvolta in un berretto di lana, fu ritrovata casualmente qualche mese a all’interno di un’intercapedine, durante i lavori di smantellamento di un bagno all’università La Sapienza di Roma. Dopo quel ritrovamento si pensò che quella fosse la pistola che aveva ucciso la giovane Marta Russo, ma una prima perizia escluse questa circostanza. Un secondo accertamento stabilirà ora se fu utilizzata per uccidere Giorgiana Masi.

Sulla nuova pista investigativa che porta agli ambienti dell’Autonomia, sono fioccate le reazioni politiche. Il verde Athos De Luca chiede che il magistrato inquirente, Giovanni Salvi, sia ascoltato dalla Commissione Stragi, mentre il suo collega di partito, Paolo Cento, chiede rispetto per Giorgiana Masi: «Indaghiamo a 360 gradi ma non uccidiamola due volte».
Intanto, sul fronte delle indagini sulla strage di via Fani, dove fu sequestrato Aldo Moro e uccisa tutta la sua scorta, il pm Antonio Marini e Franco Ionta si preparano ad interrogare gli ex leader delle Brigate rosse per accertare il ruolo che ebbero i fantomatici Peppe e Peppa, i due estremisti di sinistra identificati dalla Digos nei giorni scorsi che sarebbero stati presenti a via Fani a bordo di una moto Honda. Secondo il brigatista Raimondo Etro, i due potrebbero essere responsabili di un altro delitto degli anni di piombo, quello di Mauro Amato, ucciso per errore al posto dell’agente Domenico Velluto, diventato un obbiettivo per aver ucciso durante una manifestazione un giovane simpatizzante di sinistra, Mario Salvi. I magistrati stanno cercando di capire se Peppe e Peppa si presentarono a via Fani perché sapevano del progetto di sequestro ma non erano stati coinvolti nell’operazione dai vertici delle Brigate rosse.

M. Mart. (23 aprile 1998, Il Messaggero)

 

       

 

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