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Al Colle si celebra la Giornata della memoria per le vittime del
terrorismo e delle stragi
Il presidente, commosso, ricorda l'anarchico: "Fu vittima due volte, gli va
ridato l'onore"
Napolitano: "Pinelli, rompere il
silenzio"
Stretta di mano tra le due vedove
Al Quirinale l'incontro e il saluto tra Gemma Capra e Licia Rognini
Napolitano: "Pinelli, rompere il silenzio" Stretta di mano tra le due vedove
Licia Rognini, vedova di Giuseppe Pinelli, e Gemma Capra, vedova di Luigi
Calabresi, si sono incontrate per la prima volta al Quirinale e si sono salutate
stringendosi la mano, nel Giorno della Memoria delle vittime del terrorismo e
delle stragi. Un evento fortemente voluto dal presidente della Repubblica, che
nel suo discorso ha sottolineato, in tono commosso, la necessità di "ridare e
riaffermare l'onore di Pinelli", di "rompere il silenzio" sulla sua vicenda;
perché proprio lui, l'anarchico sospettato ingiustamente di essere coinvolto
nell'attentato di Piazza Fontana, "fu vittima due volte".
L'incontro. Napolitano ha fatto il suo ingresso nella Sala dei Corazzieri,
dove si è svolta la commemorazione, accompagnato proprio dalle due vedove e dai
loro figli, Claudia e Mario. E' una immagine che più di ogni discorso dà subito
il senso di questa giornata in cui, per la prima volta, è stata invitata anche
la vedova Pinelli. Le due donne hanno partecipato alle celebrazioni sedute
entrambe in seconda fila, a poche sedie di distanza l'una dall'altra.
La stretta di mano. Prima della cerimonia la vedova Calabresi ha fatto il
primo passo ed è andata incontro alla vedova Pinelli. Ad alzarsi in piedi per
stringerle la mano è stata Claudia Pinelli, la madre è rimasta seduta e ha
contraccambiato il saluto. Poi una breve chiacchierata e la stretta di mano
anche tra i figli.
L'intervento di Napolitano. Il capo dello Stato ha voluto sottolineare che
"ricordare la strage di Piazza Fontana e con essa l'avvio di una oscura
strategia della tensione significa ricordare una lunga e tormentatissima vicenda
da cui non si è riusciti a far scaturire un'esauriente verità giudiziaria". Ma
va detto basta, ha aggiunto, anche "ai sospetti sui giudici". Poi il passaggio
su Pinelli a cui si devono "rispetto e omaggio... un innocente che fu vittima
due volte, prima di pesantissimi infondati sospetti e poi di un'improvvisa,
assurda fine". "Qui non si riapre o si rimette in questione un processo, ma si
compie un gesto politico e istituzionale. Si rompe il silenzio su una ferita non
separabile da quella dei 17 che persero la vita a piazza Fontana".
Battisti e il giudizio sul terrorismo. Il capo dello Stato ha anche definito
"indulgenza incomprensibile" quella delle autorità brasiliane sulla richiesta di
estradizione di Cesare Battisti. "Spero che la mia voce sia ascoltata in spirito
di amicizia", ha aggiunto. Prima di ricordare che "non si può scambiare
l'eversione, l'attacco criminale allo Stato e alle persone, per manifestazione
di dissenso o contestazione politica". E ancora: "Non è accettabile ascoltare
memorie romanticheggianti e autogiustificative di personaggi che ebbero parte
attiva in quella stagione sciagurata".
L'omaggio a Moro. Il capo dello Stato ha cominciato la sua Giornata della
memoria fuori dal Palazzo. E cioè a via Caetani, luogo in cui il 9 maggio 1978
fu ritrovato il corpo di Aldo Moro, e in cui oggi sono state deposte corone di
fiori.
Redazione (La Repubblica, 9 maggio 2009)
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