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Ustica, trent'anni dopo Cossiga accusa: «Francesi le responsabilità della strage»
24/05/2010 - Il Messaggero - Redazione
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Ustica, trent'anni dopo Cossiga accusa: «Francesi le responsabilità della strage»
L'ex presidente della Repubblica interviene in un film inchiesta
A 30 anni dal disastro aereo del Dc9 in cui morirono in 81

«L'aereo francese si era messo sotto il Dc9, per non essere intercettato dal radar dell'aereo libico che stava trasportando Gheddafi. Ad un certo punto lancia un missile per sbaglio, volendo colpire l'aereo del presidente libico». Sono le parole con cui Francesco Cossiga, presidente emerito della Repubblica, torna a parlare della strage del 1980 e di «Cosa accadde quella notte nel cielo di Ustica», per dirla con il titolo del film in cui è raccolto il suo intervento.

«Sopra e sotto il tavolo», la video inchiesta di Giampiero Marrazzo e Gianluca Cerasola, uscirà il 10 giugno insieme a un libro con prefazione di Giulio Andreotti. Il 27 giugno saranno trent'anni dalla sera in cui il Dc9 dell'Itavia si inabissò nel Tirreno a largo di Ustica. Quel giorno morirono 81 persone.

L'ipotesi delle responsabilità francesi nel disastro aereo non è nuova per Cossiga. Già nel 2007 l'ex presidente della Repubblica, primo ministro ai tempi della strage, l'aveva sostenuta in un'intervista. Ed è proprio a partire da quelle dichiarazioni che la procura di Roma aveva deciso di aprire una nuova inchiesta sull'incidente. «Chiamai io l'ammiraglio Fulvio Martini, direttore del Sismi - dice il senatore a vita nel film - che mi disse che non aveva prove, se non quelle dell'intelligence che raspa nei bistrot».

Riferendosi poi agli autori di «Sopra e sotto il tavolo», Cossiga li ha avvertiti dicendo: «Io vi sconsiglio vivamente di andare in Francia. Se continuate questa inchiesta potrebbe succedervi qualcosa: un'intossicazione alimentare, lo scoppio di uno pneumatico o uno scontro con un camion». In ogni caso, secondo Cossiga, «ci può essere un governo di destra, di centro-destra, di sinistra o di estrema sinistra, ma i francesi non lo diranno mai; magari finché qualcuno che sa o che è l'autore, in punto di morte non avrà paura del giudizio dell'Altissimo, a cui non potrà opporre egalitè, fraternitè‚ e libertè».

Redazione (Il Messaggero, 24 maggio 2010)