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Napolitano: "Pinelli, rompere il silenzio"
09/05/2009 - La Repubblica - Redazione
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Al Colle si celebra la Giornata della memoria per le vittime del terrorismo e delle stragi
Il presidente, commosso, ricorda l'anarchico: "Fu vittima due volte, gli va ridato l'onore"

Napolitano: "Pinelli, rompere il silenzio"
Stretta di mano tra le due vedove

Al Quirinale l'incontro e il saluto tra Gemma Capra e Licia Rognini
Napolitano: "Pinelli, rompere il silenzio" Stretta di mano tra le due vedove

 

Licia Rognini, vedova di Giuseppe Pinelli, e Gemma Capra, vedova di Luigi Calabresi, si sono incontrate per la prima volta al Quirinale e si sono salutate stringendosi la mano, nel Giorno della Memoria delle vittime del terrorismo e delle stragi. Un evento fortemente voluto dal presidente della Repubblica, che nel suo discorso ha sottolineato, in tono commosso, la necessità di "ridare e riaffermare l'onore di Pinelli", di "rompere il silenzio" sulla sua vicenda; perché proprio lui, l'anarchico sospettato ingiustamente di essere coinvolto nell'attentato di Piazza Fontana, "fu vittima due volte".

L'incontro. Napolitano ha fatto il suo ingresso nella Sala dei Corazzieri, dove si è svolta la commemorazione, accompagnato proprio dalle due vedove e dai loro figli, Claudia e Mario. E' una immagine che più di ogni discorso dà subito il senso di questa giornata in cui, per la prima volta, è stata invitata anche la vedova Pinelli. Le due donne hanno partecipato alle celebrazioni sedute entrambe in seconda fila, a poche sedie di distanza l'una dall'altra.

La stretta di mano. Prima della cerimonia la vedova Calabresi ha fatto il primo passo ed è andata incontro alla vedova Pinelli. Ad alzarsi in piedi per stringerle la mano è stata Claudia Pinelli, la madre è rimasta seduta e ha contraccambiato il saluto. Poi una breve chiacchierata e la stretta di mano anche tra i figli.

L'intervento di Napolitano. Il capo dello Stato ha voluto sottolineare che "ricordare la strage di Piazza Fontana e con essa l'avvio di una oscura strategia della tensione significa ricordare una lunga e tormentatissima vicenda da cui non si è riusciti a far scaturire un'esauriente verità giudiziaria". Ma va detto basta, ha aggiunto, anche "ai sospetti sui giudici". Poi il passaggio su Pinelli a cui si devono "rispetto e omaggio... un innocente che fu vittima due volte, prima di pesantissimi infondati sospetti e poi di un'improvvisa, assurda fine". "Qui non si riapre o si rimette in questione un processo, ma si compie un gesto politico e istituzionale. Si rompe il silenzio su una ferita non separabile da quella dei 17 che persero la vita a piazza Fontana".

Battisti e il giudizio sul terrorismo. Il capo dello Stato ha anche definito "indulgenza incomprensibile" quella delle autorità brasiliane sulla richiesta di estradizione di Cesare Battisti. "Spero che la mia voce sia ascoltata in spirito di amicizia", ha aggiunto. Prima di ricordare che "non si può scambiare l'eversione, l'attacco criminale allo Stato e alle persone, per manifestazione di dissenso o contestazione politica". E ancora: "Non è accettabile ascoltare memorie romanticheggianti e autogiustificative di personaggi che ebbero parte attiva in quella stagione sciagurata".

L'omaggio a Moro. Il capo dello Stato ha cominciato la sua Giornata della memoria fuori dal Palazzo. E cioè a via Caetani, luogo in cui il 9 maggio 1978 fu ritrovato il corpo di Aldo Moro, e in cui oggi sono state deposte corone di fiori.

Redazione (La Repubblica, 9 maggio 2009)